Occhio di pavone

Coltura: 
Olivo
Argomento: 
Difesa

Occhio di pavone

 

L’occhio di pavone (Spilocea oleagina) è una malattia crittogamica dell’olivo.

Le condizioni che favoriscono lo sviluppo dell’agente patogeno si verificano se abbiamo 24-48 ore continue di pioggia. Serve inoltre una temperatura fra i 5 e i 25°C, con l’ottimo d’inoculo a 20°C.

Le infezioni si hanno prevalentemente in primavera e in autunno, in quanto le alte temperature estive e i freddi invernali lo bloccano. Oggi con inverni miti le infezioni possono manifestarsi ancora più evidenti. Dall’infezione alla comparsa dei sintomi trascorrono di solito un paio di settimane, ma a volte possono passare anche diversi mesi.

La sintomatologia più evidente è sulle foglie, ma può colpire anche peduncoli, rametti e frutti.

Sulle foglie provoca la defogliazione con tutte le conseguenze negative che si possono sintetizzare in un accrescimento stentato dal punto di vista vegetativo e una forte perdita di produzione.
Il danno sui peduncoli, che si manifesta con macchie brune piuttosto allungate di 2-4 mm, , è una delle concause di  caduta dei frutticini, in seguito all’interruzione del passaggio di linfa. Arieggiamento della chioma, sesti di impianto larghi, tutto quello che limita l’umidità è un fattore di contenimento della malattia.

Si ritengono utili due trattamenti nell’anno: in autunno in post-raccolta e a fine inverno-inizio primavera, meglio se dopo la potatura.

Questi due interventi possono essere fatti con il rame, preferibilmente in forma di ossicloruro. Il trattamento primaverile, fatto prima della ripresa vegetativa (inizi di marzo, non molto dopo), ha il vantaggio di far cadere le foglie infette, e di preservare le nuove dalle infezioni: è quindi un intervento molto efficace. Se però non si interviene in questo periodo, anche per problemi organizzativi, in quanto in molti casi la potatura migliore si fa nei mesi di marzo e aprile, allora si può intervenire in pre-fioritura, però in questo caso è meglio utilizzare prodotti alternativi al rame, che in qualche caso sono efficaci anche contro la lebbra (Collecotrichum gloeosporioides), un altro fungo che si sta rivelando sempre più presente e pericoloso.

 

date: 
Mercoledì, Aprile 24, 2024