Marciume nero (Guignardia bidwellii)
Black rot (Guignardia bidwellii), è il fungo responsabile del marciume nero della vite.
Non è da trascurare negli ultimi anni il danno, che spesso viene confuso con quello della peronospora in forma larvata: ci sono differenze di sintomi tra peronospora e black rot.
CARATTERISTICHE BIOLOGICHE DEL FUNGO E DANNI
Per quanto concerne le condizioni ambientali che permettono la liberazione dell’inoculo e l’infezione, sono necessarie almeno 10-12 ore di bagnatura fogliare, che si riducono a sole 6 ore di
bagnatura con temperature comprese tra i 15 ed i 27° C. Repentini abbassamenti termici sembrano favorirlo, piogge dilavanti (come per l’oidio) lo ostacolano.
Una caratteristica peculiare della Guignardia bidwellii è la sua penetrazione attiva all’interno dei tessuti verdi (germogli, foglie e grappoli) che viene messa in atto per mezzo di appressori anche in assenza di stomi, vale a dire anche sulle foglioline appena uscite dalla gemma, come avviene per l’oidio, anche se la maggiore suscettibilità avviene tra i 10 e i 20 cm di lunghezza, ma in questo caso è iniziata anche la difesa antiperonosporica e si possono impiegare anche prodotti utili per entrambi i patogeni.
Il periodo di maggiore suscettibilità per i grappoli inizia già a partire da fine fioritura e termina dopo circa 6-7 settimane dalla stessa, con un un picco di massima suscettibilità nelle prime due settimane.
SINTOMI
I sintomi fogliari sono caratterizzati da macchie necrotiche, color nocciola, disseminate di pustule nerastre (picnidi). Per quanto riguarda i sintomi su grappolo, possono essere colpiti sia gli acini sia il rachide. Spesso il rachide presenta tacche brunastre allungate, leggermente infossate che poi si ricoprono anch’esse di picnidi. Queste le rende distinguibili da quelle causate da botrite.
Sull’acino inizialmente macchie di colore nocciola, successivamente gli acini mummificano rimanendo sempre saldamente attaccati al rachide.
I danni sui grappoli possono essere confusi anche con quelli dovuti alla Peronospora, ma, anche qui, la presenza o meno dei picnidi può essere un sintomo evidente di distinzione.
STRATEGIE DI PREVENZIONE
AGRONOMICA
I fattori predisponenti agli attacchi sono riassumibili nel modo seguente:
- sensibilità varietale
- raccolta meccanizzata che lascia gli acini mummificati all’interno del vigneto
- suolo lavorato
- vigneti con tralcio produttivo basso.
Nei vigneti infetti asportare i tralci di potatura e i grappoli mummificati
STRATEGIE DI DIFESA
Impiego di principi attivi ammessi dal DPI Difesa Integrata. Vanno bene, sia in biologico che in integrato, anche rame e zolfo in associazione.