I bollettini di difesa Integrata seguono le norme riportate su
D.P.I. TECNICHE AGRONOMICHE 2024 ABRUZZO
AGRO-CLIMA
Il periodo da mercoledì 31 luglio 2024 a lunedì 5 agosto 2024 si è caratterizzato per elevati livelli termici con punte massime di oltre 40°C nel teramano sud, pescarese litoraneo, pescarese interno, tollo ortonese, frentano Sangro e peligno aquilano. Le precipitazioni si sono manifestate nelle giornate di sabato e domenica (3 e 4 agosto) e sono state più intense nel teatino, nel frentano Sangro e nel peligno Aquilano.
Il 3 agosto si sono verificate in diverse areali della regione delle piogge, ma con diversa intensità, come leggibile nella tabella sottostante.
Previsioni meteo: nei prossimi giorni tempo soleggiato e temperature elevate .
OLIVO
AGROFENOLOGIA
Fase fenologica: tutte le varietà di olive sono a Ingrossamento frutti 2° stadio BBCH 79, naturalmente con dimensioni differenti a seconda delle condizioni climatiche, o dell'irrigazione.
TECNICA AGRONOMICA
Il problema principale della coltura è quello della carenza idrica che sta comportando una forte cascola fisiologica: la pianta in pratica si autoriduce la produzione in base alle disponibilità idriche e nutritive..
È superfluo dire che ove ce ne sia la possibilità è molto utile intervenire con irrigazione di soccorso.
Mosca dell'olivo (Bactrocera oleae)
Viste le piogge cadute nei diversi areali (come da tabella precedente), aumenta leggermente il rischio di infestazione, anche se ci sono temperature elevate: si consiglia anche in questa settimana di mettere in atto le strategie dissuasive cui si è fatto ampiamente cenno nei bollettini precedenti: polveri di roccia, esche proteiche attrattive e anche un trattamento a base di rame, che ha anche un effetto secondario antidacico.
Monitorare attentamente le drupe direttamente sui propri oliveti per rilevare la presenza di eventuali punture.
Al momento, non rilevando infestazione attiva, nessun intervento consigliato con prodoti larvicidi.
Aggiornamento 8 agosto 2024: monitoraggio su un campione di olive in irriguo (olive ben idratate), in zona media collina (Elice), rilevata una percentuale di infestazione 2%, uova e larva prima età.
L'eccezione che conferma la regola: in effetti, non ci coglie di sorpresa, per il fatto che è ripartito un secondo ciclo a inizio agosto (come evidenziato dalle catture nelle trappole) e che l'attività della mosca si era comunque evidenziata, sia pure attraverso le punture sterili (molto probabilmente dovute alla concomitanza di caldo elevato e siccità).
A livello generale restano validi i consigli forniti.
Lebbra o antracnosi dell'olivo (Gloerosporium olivarium)
Nel monitorare i campioni di mosca olearia, si rilevano, come detto nei precedenti bollettini, le caratteristiche tacche nerastre determinate dal fungo Camarosporium dalmaticum, introdotto dal parassita Lasioptera berlesiana.
Nel monitoraggio di questa settimana, cominciano a farsi più evidenti anche i danni della lebbra o antracnosi (Gloeosporium olivarium), simile al danno precedente, ad un occhio non allenato, ma con caratteristiche chiaramente differenti.
La tacca non presenta alcun foro, a differenza di quella della lasioptera berlesiana (o meglio dal fungo da essa introdotto Camarosporium dalmaticum) che si colloca intorno al foro prodotto dalla mosca olearia.
L'imbrunimento arriva normalmente fino al nòcciolo
Il disfacimento della drupa causato dalla lebbra (Gloeosporium olivarium) arriva ad essere molto evidente, più ampio di quello determinato dal Camarosporium dalmaticum
Difesa
La difesa da antracnosi negli interventi autunnali e primaverili si attua con prodotti rameici, in concomitanza con la difesa da occhio di pavone, cercosporiosi e rogna.
Interventi specifici devono invece essere attuati in pre-fioritura, avverso le infezioni primarie, e sono stati consigliati.
Al momento attuale, i danni che si vedono, sono determinati da infezioni secondarie e sono difficili da bloccare: infatti non sono previste strategie specifiche di difesa contro infezioni secondarie.
Moscerino suggiscorza (Resseliella oleisuga)
In questo periodo si possono osservare dei disseccamenti di singoli rametti. Se si notano sugli stessi delle piccole ferite (lesioni) si tratta spesso di quelle determinate da questo dittero cecidomide.
Al momento non è considerato un insetto dannoso e non ci sono strategie di difesa da mettere in atto.
Margaronia (Palpita unionalis)
Qualche foglia danneggiata da margaronia si nota sui rametti giovani. Il danno al momento sembra limitato (si ricorda che l'anno scorso in alcuni casi si vedevano danni molto consistenti). Bisogna porre attenzione soprattutto alle piccole piante in fase di allevamento.
PESCO
AGROFENOLOGIA
Fase fenologica: variabile a seconda delle classi di maturazione.
DIFESA INTEGRATA
Mosca della frutta (Ceratitis capitata)
Rilevati danni su frutta in fase di raccolta
Difesa
Intervenire, nel rigoroso rispetto dei tempi di carenza
Mal bianco (Sphaeroteca pannosa)
La difesa è di tipo preventivo, in relazione alla suscettibilità varietale, al livello di rischio della zona e al clima.
Maggiore suscettibilità nelle prime fasi e fino a indurimento nocciolo per le pesche, in tutte le fasi fino a maturiità per le nettarine. Alcune cultivar di pesche (Springcrest e Suncrest) e di nettarine (Early sungrand) risultano più suscettibili.
Interventi agronomici
- impianto di varietà meno suscettibili;
- contenere la vigoria evitando eccessi di azoto e limitando le irrigazioni
- mantenere la chioma aerata con le potature;
- mantenere il suolo inerbito e sfalciato;
- effettuare il diradamento per asportare i frutticini colpiti;
Difesa chimica
Su cultivar suscettibili ed areali ad alto rischio (zone collinari in prevalenza) si interviene preventivamente da fine fioritura-scamiciatura fino a indurimento nòcciolo.
In altri casi si può monitorare l'oidio e intervenire solo se c'è la comparsa. In genere con 1-10 germogli infetti rilevati in campo monitorando 10 germogli terminali per pianta, si può prefigurare un attacco di oidio moderato, mentre con più di 10 germogli infetti l'attacco può essere più consistente.
Monilia (Monilia laxa e Monilia fructigena)
Ad oggi non si stanno verificando condizioni climatiche altamente predisponenti.
In questo caso, anche se non ci sono condizioni predisponenti, molte molecole per la difesa del mal bianco sono valide anche per la difesa della monilia.
Cidia (Cydia molesta) e Anarsia (Anarsia lineatella)
Cidia: normalmente nei confronti dei due lepidotteri, nei comprensori peschicoli regionali si attua la confusione sessuale.
Nei casi di pescheti isolati, si consiglia di controllare le trappole e seguire le soglie descritte nella seguente tabella, monitorando contestualmente anche i germogli.
Afide verde (Myzus persicae) e Afide farinoso (Hyalopterus amigdali)
Non si rileva la presenza di afidi sulla coltura
POMODORO
Peronospora (Phytophthora infestans)
Rischio minimo. La peronospora è in grado di infettare il pomodoro con umidità relativa elevata o prolungata bagnatura della vegetazione e temperature comprese tra i 10 e i 25°C. Il rischio diminuisce fino ad azzerarsi con alte temperature (>30°C).
La peronospora, in un decorso stagionale normale, è più pericolosa dopo le prime fasi di impianto, nei mesi primaverili dove può piovere e ci sono le temperature idonee.
Alternaria (Alternaria solani)
Rischio medio-elevato. Favorita da temperature comprese tra 22 e 33°C, con tassi elevati di umidità relativa e prolungate bagnature delle superfici vegetali. Diviene più pericolosa della peronospora nel corso della coltivazione, quando ci sono temperature più alte e umidità.
Come previsto e già scritto nei precedenti Bollettini, il tempo caldo umido poteva favorire maggiormente l'Alternaria (Alternaria solani) che in effetti si è manifestata. Solo in alcuni casi, dove è stata trascurata la difesa, il danno si è esteso a tutta la pianta e anche ai frutti.
Difesa
Con infezione in atto, già visibile sulle foglie, intervenire in maniera molto tempestiva, per provare a bloccare il patogeno e evitare che ci sia una infezione dei frutto.
Se non si riscontrano infezioni nel proprio campo, visto l'andamento climatico altamente predisponente, e le infezioni che si stanno comunque manifestando, è consigliato intervenire preventivamente: in questo caso, in linea con i nostri principi di sostenibilità, è preferibile l'utilizzo dei prodotti biologici riportati nel DPI.
Nottue (Helicoverpa armigera e altri nottuidi)
La nottua è un lepidottero le cui larve penetrano nei frutti e arrecano danni portando il frutto a marcire.
Ragnetto rosso (Tetranichus urticae)
Visibile con decolorazioni sulle foglie, se non controllato comporta danni su frutti.
MELONE
Le cucurbitacee (melone, anguria, zucca, zucchino, etc.) sono colture molto soggette a oidio. Monitorare e difendere preventivamente l'oidio, anch'esso favorito dal clima.
Le piogge ostacolano la diffusione dell'oidio che, al contrario, è favorito e si sviluppa in condizioni di elevata umidità relativa (optimum intorno al 70%, anche se la germinazione delle spore è possibile anche a bassi valori di umidità relativa) e con temperature ottimali di 25 °C . A meno di 10°C ed a più di 35 °C l’infezione si blocca.
Oidio (Erysiphe cucurbitaceum, Sphaeroteca fuliginea)
Rischio medio-elevato
FITOSANITARIO
Prodotti fitosanitari autorizzati in deroga per situazioni di emergenza fitosanitaria ai sensi dell’art. 53, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1107/2009.
Cavalletta dei Prati (Calliptamus Italicus)
Obiettivo del presente articolo: informazione e mappatura delle zone di rischio, al fine di informare gli agricoltori delle misure per contrastare l’insetto.
Introduzione e biologia
Negli ultimi periodi, sono state segnalate consistenti infestazioni di cavallette delle specie Calliptamus Italicus, comunemente nota come cavalletta dei prati o locusta dalle ali rosa. È un insetto ortottero del bacino del mediterraneo. È diffuso nel nord Africa, in Spagna, in Italia e in molte parti del continente asiatico.
Gli adulti sono di colore grigio o brunastro e presentano un accentuato dimorfismo sessuale; il maschio raggiunge una lunghezza di 13-25 mm e la femmina, più grande, di 21-35 mm.
Le neanidi (esemplari giovani), biancastre appena nate, diventano scure in poco tempo e attraverso più mute raggiungono lo stadio di adulto in 40-50 giorni. La cavalletta compie una generazione all’anno. Le forme giovanili nascono dalla seconda metà di maggio alla fine di luglio, in modo scalare in funzione delle caratteristiche climatiche del luogo in cui sono state deposte le uova.
I primi adulti compaiono in luglio e si spostano in volo per distanze brevi. Dopo l’accoppiamento le femmine ovidepongono in agosto in aree circoscritte (cosiddette "grillare"), prevalentemente in terreni compatti, esposti a sud, dotati di pendenza che li rende meno soggetti a fenomeni di ristagno idrico.
Le uova vengono deposte dalle femmine a 2-3 cm di profondità nelle crepe del terreno, in numero variabile da 25 a 55 all'interno di una ooteca.
Condizioni favorevoli al loro sviluppo
Inverni con temperature miti e scarsa piovosità permettono la sopravvivenza delle uova e conseguentemente la nascita in primavera di molti individui.
L'insorgere dell’infestazione delle cavallette è legata a condizioni ambientali e climatiche che favoriscono lo sviluppo dell'insetto. L'abbandono delle zone collinari e montane con conseguente aumento di aree incolte, degradate e scarsamente lavorate fa sì che si crei un habitat ideale per la riproduzione delle cavallette.
La scarsa piovosità e umidità agisce inoltre negativamente nei confronti dei principali nemici naturali di Calliptamus Italicus, fra i quali il fungo Entomophaga grylli.
Danni
Sono insetti polifagi, quando l’infestazione è caratterizzata da tanti individui, gli adulti possono provocare danni alle colture, oltre che alle piante spontanee, in particolare a leguminose foraggere, e orticole. Nelle aree di pullulazione gli insetti, anche se del tutto innocui per le persone, possono provocare considerevoli danni a causa della loro voracità alle colture agrarie quali medicai, prati, orticole, ecc. Il danno è direttamente proporzionale al livello di infestazione e generalmente si determina a carico delle coltivazioni di erba medica, in quanto diffuse nelle aree collinari e alimento preferito dalle forme giovanili dell’insetto in rapido accrescimento.
Sono stati segnalati attacchi a colture orticole solanacee, sedano, brassicacee e mais.
Difesa
Per limitare i danni alle colture ed i disagi alle persone è molto importante l’individuazione tempestiva delle “grillare”, da cui, in primavera, hanno origine le infestazioni.
In queste zone vanno concentrati gli interventi di lotta (compresa quella chimica), che per essere efficaci, devono essere effettuati precocemente prima della dispersione delle cavallette adulte, contro le forme giovanili (neanidi). È possibile utilizzare insetticidi appositamente autorizzati dal ministero della salute contro Calliptamus Italicus nei medicai.
Per la difesa sarà importante fare attenzione a quale insetticida sarà possibile usare nei medicai contro questa avversità.
E' possibile impiegare un insetticida biologico LASER a base di Spinosad che ha ottenuto una autorizzazione eccezionale per un periodo di 120 giorni, dal 16 aprile 2024 al 13 agosto 2024 (Decreto Ministeriale del 16 aprile 2024).
Va precisato che LASER è un insetticida biologico, ma potrebbe comunque avere effetti negativi sulle api e sulle popolazioni degli impollinatori, per cui va impiegato soltanto quando la medica non è in fioritura.
Nelle aziende convenzionali, in alternativa a Laser, il trattamento potrebbe essere eseguito anche con formulati a base di Deltametrina registrati per questo impiego osservando le stesse cautele nei confronti di api e pronubi.
Entrambi i prodotti sono destinati ad un uso professionale e necessitano del patentino fitosanitario per l’acquisto e l’uso, che rimane sotto la responsabilità dell’operatore.
Il trattamento insetticida va effettuato o direttamente sulle giovani cavallette nella loro fase gregaria, o sui bordi dei medicai da difendere. In questo caso non è necessario trattare l’intero appezzamento ma è sufficiente trattare il bordo del medicaio sul fronte dell’infestazione per una trentina di metri circa.
Per questo è molto importante in questa fase prevenire eventuali futuri attacchi, andando a mappare le zone infestate quest’anno e sulle quali bisognerà intervenire nella prossima primavera.
Anche le lavorazioni del terreno, primaverili, possono comportare la distruzione di gran parte delle ooteche contribuendo così a diminuire sensibilmente il numero di insetti.
Figura 1 fonte EPPO Global Database