Lo sviluppo delle infezioni oidiche su vite

Coltura: 
Vite
Argomento: 
Difesa

OIDIO (Erysiphe necator - Oidium tuckeri)

Le caratteristiche del fungo

L’oidio è un fungo che attacca ogni genere di tessuto vegetale: foglie, infiorescenze, tralci ancora verdi e grappoli. Essendo un fungo ectoparassita, non penetra all’interno delle cellule colpite, ma resta all’esterno, nutrendosi tramite gli austori, mediante i quali sono ancorati alla parete esterna del vegetale.

Condizioni climatiche favorevoli o avverse 

Le condizioni climatiche favorevoli, che aumentano la probabilità di diffusione della malattia, sono: ventosità, assenza di pioggia, temperature elevate non oltre 30°C, bassa umidità relativa dell’aria. Contrariamente alla peronospora, non ha bisogno di acqua per potersi diffondere.

Le condizioni climatiche avverse sono: piogge frequenti che dilavano i conidi (spore); temperature maggiori di 35° che bloccano l’attività del fungo; la luce diretta che mediante i raggi ultravioletti riduce l’attività dei conidi, soprattutto su grappolo.

Periodo di maggiore sensibilità

In zone a basso rischio: da fine fioritura a primo accrescimento degli acini.

In zone ad alto rischio: da germogliamento a invaiatura

Condizioni particolari:   se nel vigneto c’è stata una infestazione oidica nell’anno precedente, in considerazione del fatto che il fungo si conserva sui tralci nella forma di clasmoteci (spore molto resistenti) su tralci o su foglie a terra, o sottoforma di micelio all’interno delle gemme, situazione non riscontrata nella nostra regione, ci si può aspettare anche un attacco precoce.

La strategia di difesa integrata

L’oidio deve essere combattuto a livello preventivo o ai primi livelli di sviluppo, perché in fase di sviluppo un po’ più avanzato c’è già un danno il cui contenimento risulta difficoltoso.

Sulle foglie e sui tralci si può tollerare un leggero attacco, ma lo stesso deve essere immediatamente bloccato.

Sul grappolo non possiamo permetterci di tollerare la sua presenza in quanto il contenimento è molto più difficoltoso e anche i prodotti, soprattutto i sistemici, hanno un grado di efficacia minore.

Dobbiamo perciò proteggere il grappolo: essendo infatti lo sviluppo dell’oidio sull’acino molto lento in molti casi, le infezioni avvenute a fine giugno possono manifestarsi visivamente solo ad agosto e a quel punto è tardi.

Per quanto detto, anche in base alle condizioni climatiche predisponenti si consiglia un trattamento preventivo, in fase di germogliamento nelle zone a rischio e in caso ci siano state infestazioni oidiche l’anno precedente. In altri casi si può stare tranquilli: gli attacchi normalmente avvengono solo raramente prima della fioritura.

La pericolosità dell’oidio è massima a partire dalla fioritura e il grappolo da quel momento va protetto costantemente, sempre in relazione, naturalmente, alle condizioni climatiche.

Dalla fioritura alla invaiatura la difesa antioidica deve essere attenta e costante mantenendo sempre coperta la vegetazione e il grappolo, maggiormente se non piove e fa caldo, giornate nuvolose, in quanto il sole blocca la sua azione, come spiegato in precedenza.

Dall’invaiatura in poi, nelle uve rosse il pericolo si riduce fino ad annullarsi perchè l’aumento delle sostanze polifenoliche inibisce proporzionalmente lo sviluppo del fungo. Nelle uve bianche che hanno basse quantità di sostanze polifenoliche, è possibile ancora che si verifichino attacchi sugli organi verdi della pianta anche dopo l’invaiatura: l’oidio, infatti, può svilupparsi anche in fase di accrescimento dell’acino, fino a che lo stesso non ha raggiunto circa il 70% della sua dimensione finale.

Sempre e solo nel caso si valutino concrete possibilità di infezioni, o nel caso le stesse si siano già manifestate in precedenza sul nostro vigneto e siamo in fase di contenimento, la difesa sulle uve bianche deve essere continuata, almeno fino a metà invaiatura, scegliendo prodotti che non diano problemi alla vinificazione.

Dopo la raccolta, se l’attacco è stato forte, fare un trattamento per abbassare l’inoculo, in funzione dell’annata futura.

La difesa integrata

Le sfogliature oculate fin dalla pre-fioritura hanno un’importanza fondamentale nel prevenire la malattia, in quanto sono da evitare gli ammassi ombreggiati di foglie e grappoli che determinano le migliori condizioni di sviluppo e diffusione della malattia.

La presenza costante del viticoltore nel vigneto in fase di sfogliatura, tra l’altro, permette un intervento tempestivo fin dalla comparsa delle prime efflorescenze oidiche.

La difesa con agrofarmaci

Tutti i fitofarmaci funzionano bene in via preventiva, molto meno in via curativa.

Nella lotta contro l’oidio, più che contro altre avversità si sono manifestati casi di resistenza e quindi il consiglio è quello di alternare nell’utilizzo i prodotti in base al meccanismo di azione: lo zolfo viene utilizzato durante tutto il periodo, da germogliamento a invaiatura ammesso in regime di agricoltura biologica unitamente a bicarbonato di potassio; prodotti di contatto come il meptildinocap, prodotti sistemici come gli IBE o la spiroxamina, oppure citotropico-translaminari come il bupirimate vanno sempre usati in via preventiva per avere una copertura dall’interno da germogliamento fino alla fine della fioritura. Prodotti di contatto o prodotti lipofili come quinoxifen, metrafenone, piriofenone, ciflufenamid utilizzati in maniera preventiva a partire dalla fine fioritura allegagione, a prevalente protezione del grappolo. L’utilizzo di Ampelomyces quisqualis è indicato per i trattamenti di chiusura o, meglio, post-vendemmia, in quanto durante l’autunno e l’inverno il microrganismo riesce lentamente a distruggere i clasmoteci svernanti, anche grazie alla maggiore umidità dell’aria che consente il suo sviluppo; nel periodo estivo, in caso di gravi infestazioni, difficilmente riesce a contenere efficacemente il parassita.

date: 
Mercoledì, Aprile 9, 2025