ACARI ED ERIOFIDI, STRATEGIE DI DIFESA BIOLOGICA E INTEGRATA
Tra i parassiti della vite, in questo periodo, possiamo annoverare gli acari tetranichidi, ragnetto rosso (Panonychus ulmi) e ragnetto giallo (Eotetranychus carpini), e l’acaro eriofide, agente dell’acariosi della vite (Calepitrimerus vitis).
Questi acari provocano danni di vario genere, prevalentemente: mancato germogliamento, rallentamenti della vegetazione, danni ai germogli e successivamente alle foglie, raccorciamento degli internodi, per cui, se la loro presenza è accertata a livelli elevati, si deve intervenire.
Bisogna però considerare che questi acari vengono contenuti da insetti predatori (Antocoridi, Coccinellidi, Miridi, …) e, soprattutto da acari predatori prevalentemente Fitoseidi, per cui la difesa integrata deve preferire l’utilizzo di tecniche agronomiche che favoriscano una buona presenza nel vigneto di questi acari utili tra cui l’inerbimento dello stesso e la presenza, nelle aree limitrofe, di siepi che abbiano fioriture scalari. I fitoseidi, in caso di carenza di acari di cui nutrirsi, si alimentano anche di pollini, che li aiuta a superare momenti critici dovuti ad eventi climatici e ad uso di fitofarmaci che abbassano la popolazione di acari dannosi ma sono poco selettivi nei loro confronti.
Nel caso si dovesse constatare un abbassamento della loro presenza nel vigneto, valutabile o con l’esame con un binoculare o, indirettamente, con il manifestarsi di danni operati dagli acari tetranichidi ed eriofidi in precedenza citati, si può favorire un loro ripopolamento con una tecnica agronomica molto semplice che consiste nell’ inserire all’interno della vegetazione del vigneto carente, vegetazione verde, proveniente dalla spollonatura di un vigneto in buon equilibrio biologico, dove danni da acari non si manifestano. L’intervento chimico, se proprio necessita all’evenienza, deve essere valutato come sporadico e si devono inoltre utilizzare prodotti selettivi che rispettino i fitoseidi e gli altri insetti predatori.
Un altro afide eriofide, il Colomerus vitis, provoca invece l’erinosi, con le foglie che presentano sulla superficie superiore delle galle e sulla parte inferiore si rivestono di un feltro biancastro: il danno, una volta ritenuto trascurabile, in quanto l’eriofide è normalmente tenuto a bada dai fitoseidi, negli ultimi anni si sta manifestando in maniera sempre più evidente.