Bollettino n. 22

AgroFenologia
Giovedì, Settembre 15, 2022

Bollettino Agrofenologia 

Nota: le fasi fenologiche si riferiscono a quelle in prevalenza riscontrate sul territorio regionale, pur tenendo conto di tutte le variabili che incidono, (localizzazione,  esposizione, clone, etc). Il rilievo fenologico e il monitoraggio sono riferiti all'areale della collina litoranea e della media collina interna. Nel caso dell'areale pedemontano, ad una distanza prossima o superiore ai 40 km dalla costa e/o ad altitudini vicine e/o oltre i 400 m s.l.m., il ritardo nello sviluppo fenologico è in genere valutato in circa due settimane.  

 

VITE

 

Monitoraggio fenologia

Medio tardive (Montepulciano): le uve hanno raggiunto mediamente la fase di maturazione tecnologica, che permette la raccolta per produrre vini rosati o vini di pronta beva. Gli acini sono completamente colorati; solo in alcuni casi, dovuti a problemi di squilibri climatici o nutrizionali, le uve presentano ancora degli acini non completamente colorati.  

In fase di raccolta anche altre varietà a bacca bianca tra cui il Trebbiano toscano, la Passerina, la Cococciola, etc. la cui raccolta è anticipata o posticipata sempre in funzione dei vini che si intende produrre.

Monitoraggio patogeni

Si segnalano in alcuni vigneti i marciumi acidi conseguenti alla rottura degli acini che si può originare per varie cause: fisiopatie (grandine e eccesso di pioggia o irrigazione), malattie (oidio), insetti (lobesia botrana e tignola rigata), oppure quando i grappoli sono infestati  dalla Drosophila suzukii, che, come si sa, ha la capacità di forare autonomamente gl acini. 

OLIVO

Monitoraggio fenologia

Cenni iniziali di invaiatura superficiale su leccino e su qualche altra varietà.

 

Monitoraggio patogeni

Ingiallimenti fogliari diffusi determinati prevalentemente da occhio di pavone e cercosporiosi

Antracnosi e marciume: si segnalano casi di infezioni

 

Mosca olearia

Il monitoraggio settimanale  mostra che la presenza della mosca è  abbastanza diffusa favorita anche da giornate con clima umido, anche se alternate a giornate in cui il tempo è soleggiato e caldo. 

La situazione  della  infestazione non è generalizzabile: come già più volte scritto,  è più alta nella zona litoranea, dove  è stata rilevata già a partire da luglio, e medio-bassa, a volte nulla, nelle zone della collina media e interna. Inoltre, naturalmente, ma è bene sottolinearlo, non tutte le varietà si mostrano recettive e infestate; non solo in zone diverse, ma anche all'interno dello stesso oliveto, ci sono piante di alcune varietà con presenza di mosca e altre perfettamente integre, in genere quelle con drupe più piccole e con la polpa più dura. Un discorso a parte vale per le varietà da frutto che sono quasi sempre infestate (anche singole piante all'interno di oliveti con tutte le altre piante non infestate). Questa situazione consiglia di rimanere attenti (vale anche per chi ha effettuato un trattamento), soprattutto se non si andrà a raccogliere a breve (fine settembre-inizi di ottobre). Anche la raccolta leggermente anticipata è una valida strategia, nella difesa integrata,  per contenere il danno da mosca. 

Il consiglio è quello di ispezionare attentamente gli oliveti, oltre che con le trappole, soprattutto con il monitoraggio visivo delle drupe per verificare se le stesse siano intatte o presentino piccoli segni potenzialmente imputabili alle punture di ovideposizione.

L'olivicoltore attento può eseguire da solo un primo screening dell'olivo se sa riconoscere una puntura che ha dimensioni piccolissime, circa 1 mm (vedi foto sottostante);  nel caso le riscontri, può fare dei campioni per sottoporli all'attenzione dei tecnici delle Associazioni olivicole o ai tecnici regionali del Progetto Difesa Integrata.

In casi di accertata infestazione attiva, seguire il consiglio del Bollettino di Difesa integrata. 

Per infestazione attiva si intende la presenza di uova e/o larve di prima età (soglia 3-5%), contro cui sono efficaci i larvicidi autorizzati e attualmente disponibili in commercio:.

 

Si sottolinea che troppo spesso si interviene con prodotti larvicidi immediatamente dopo aver riscontrato un danno "vecchio", ma questo è doppiamente errato in quanto il trattamento non ha efficacia né sull'infestazione passata, in quanto la mosca si trova nello stadio di larve di seconda e terza età, o pupa, quella che generalmente vediamo ad occhio nudo (vedi foto sottostante) né su quella che eventualmente ci sarà.

 

Lesioni più grandi e diverse, derivano da molte altre cause:  fisiopatie (grandine, vento),  funghi (antracnosi,  cercosporiosi, etc) insetti (liotripide, margaronia, etc.), parassiti di mosca (lasioptera berlesiana, etc.).

 

 

 

La cecidomia delle olive (lasioptera berlesiana)

Come sempre,  ogni qualvolta nell'oliveto si riscontra l'infestazione della mosca olearia (bactrocera oleae), si trovano molte olive con caratteristiche tacche brunastre, Se inciadiamo con un coltellino e solleviamo questa tacca, al di sotto troveremo una cavità marcescente  e, spesso, una larva di mosca parassitizzata (diverso è se la tacca è determinata da antracnosi, in quanto non c'è un foro e al di sotto della tacca non c'è la cavità). Questo sintomo è determinato da lasioptera berlesiana, il parassita della mosca olearia, che però introduce nella cavità un fungo simbione (Camarosporum dalmaticum) che determina il marciume. La mosca olearia è stata annullata, il danno delle olive è però evidente e irreversibile: come interpretare questa situazione?

 

La Cecidomia dell'olivo (Lasioptera berlesiana) dell'ordine dei ditteri, è una delle tre Cecidomie dell'olivo; le altre sono il Moscerino suggiscorza (Resseliella oleisuga) e la Cecidomia delle foglie (Dasineura oleae).

Per distinguerla dalle altre cecidomie,  che attaccano organi diversi della pianta, il legno (Resseliella oleisuga) e le foglie (Dasineura oleae), e che arrecano solo danno all'olivo, seppure al momento anch'essi considerati parassiti minori, è preferibile chiamarla Lasioptera berlesiana (fino a qualche anno fa Prolasioptera berlesiana).

La lasioptera berlesiana è il principale parassita della mosca olearia.

Essa vive in simbiosi con un fungo (Camarosporium dalmaticum). La femmina cerca le punture della mosca, vi ovidepone e infetta la stessa cavità con il micelio del fungo simbionte.

Le larve, che nascono velocemente (circa 24 ore), si nutrono delle uova o anche delle larve di mosca olearia: per questa sua attività la lasioptera berlesiana è da considerarsi  un insetto utile.

Larva di lasioptera berlesiana

Purtroppo la stessa cosa non si può dire del Camarosporium dalmaticum il fungo che la lasioptera berlesiana introduce nella drupa, in quanto lo stesso determina  quel marciume delle olive, visibile esternamente con una tacca nerastra depressa, mentre all'interno la stessa oliva viene completamente degradata. La lasioptera berlesiana si nutre anche del micelio di questo fungo, che anzi è il suo prioritario alimento,  tanto che ci può essere infestazione, seppure molto limitata, anche su olive lesionate per altri motivi, dove la mosca non ha ovideposto.

  Sintomi da Camarosporium dalmaticum

Si deve considerare la Lasioptera berlesiana un insetto utile, in quanto parassita della mosca olearia, o dannoso, per il suo contributo indiretto nel provocare i marciumi?

Se le olive infestate da mosca olearia  nelle generazioni di luglio e agosto non sono molte,  l'azione di contenimento svolta da Lasioptera berlesiana  è da considerarsi utile e questo insetto, nell'ottica della difesa integrata, si rivela un prezioso alleato.

In annate particolari o in caso di una impostazione di  difesa errata, forti infestazioni di mosca olearia, che si mantengono elevate fino alla raccolta, determinano il proliferare della lasioptera berlesiana, con la proporzionalità diretta che in natura si instaura tra ospite e parassita.  

In questo caso le olive alla raccolta presentano un'alta percentuale di  attacco di Camarosporium dalmaticum, sono quindi marce, e il danno a livello organolettico sull'olio è anche più grave di quello che ci sarebbe con le sole  gallerie di mosca olearia. Ma anche senza il parassita fungino l'olio sarebbe comunque di pessima qualità.

date: 

Mercoledì, Agosto 18, 2022