I bollettini di difesa Integrata seguono le norme riportate su
D.P.I. TECNICHE AGRONOMICHE 2024 ABRUZZO
CLIMA E PREVISIONI
L'andameno meteorologico dell'ultima settimana è stato caratterizzato da giornate calde e asciutte.
Andamento meteo settimanale
GRANO DURO
AGROFENOLOGIA
Fase fenologica: nelle zone della collina litoranea e della media collina siamo a fioritura.
Monitoraggio
Infezioni da fusariosi della spiga già segnalate. permangono le infezioni di oidio, septoria e ruggini, oltre ai danni da stress idrico.
Difesa
Fusariosi grano (Fusarium spp.)
Le piogge cadute e quelle previste, rendono il grano soggetto ad attacchi di fusariosi della spiga (Fusarium culmorum) un fungo il cui sviluppo, a partire dalle fasi iniziali della fioritura, viene favorito da bagnature fogliari di 48 ore e un range di temerature tra i 10 e i 18°C. Dove siamo nella fase fenologica di inizio fioritura è consigliabile intervenire.
Oidio (Blumeria graminis) e Septoria (Septoria tritici e Stagonospora nodorum) attaccano da levata fino alla conclusione del ciclo, la Ruggine gialla (Puccinia striiformis) da levata a botticella.
L'intervento fitosanitario più efficiente si colloca in fase di foglia bandiera, in quanto, se la stessa viene colonizzata da questi funghi, si riduce notevolmente la sua capacità fotosintetica, che è quella fondamentale per la pianta, e si hanno notevoli cali produttivi.
Viste le prime manifestazioni oidiche si sono date già informazioni circa l'opportunità di un intervento.
OLIVO
AGROFENOLOGIA
Fase fenologica:
Siamo in anticipo rispetto agli altri anni, ma il freddo ha rallentato leggermente lo sviluppo fenologico. La fase riscontrata in tutte le varietà ed areali è la mignolatura.
Quest'anno più di altri, ci sono delle disformità sullo stato fenologico da varietà a varietà e da zona a zona ma anche all'interno dello stesso appezzamento o pianta.
Per le varietà precoci, Intosso, Cucco, Crognalegna, Castiglionese e Tortiglione, si avvicina la fase di fioritura; per Dritta, Leccino ed altre ci servirà un tempo più lungo.
Monitoraggio
Sono tuttora in corso le operazioni di potatura secca. Nel corso della potatura andranno eliminati i rami che presentano sintomi di rogna causata dal batterio Pseudomonas syringae pv. savastanoi, e rami secchi e deperiti a seguito di attacchi di insetti xilofagi o malattie parassitarie.
Si vedono molti sintomi di ingiallimenti fogliari (occhio di pavone, cercosporiosi, ma anche altri sintomi di tacche brunastre su foglie possibili sintomatologie di antracnosi o altro).
Segnalate anche problematiche relative a attacchi di funghi su tronco. Purtroppo si è persa la buona norma di trattare i tronchi nel periodo invernale con prodotti a base di calce idrata o solfato ferroso e questo comporta evidenti problematiche di carie e scortecciamenti.
DIFESA
Per Occhio di pavone e Lebbra è consigliato fortemente un intervento di pre fioritura, cui può seguire un eventuale altro trattamento in post-fioritura più finalizzato al secondo patogeno citato, in base ai principi attivi utilizzati che lo consentano o meno.
E' il momento di intervenire.
In questa fase è sconsigliato l'utilizzo del rame, per cui si consiglia di scegliere tra gli altri proposti, anche biologici.
Occhio di pavone (Spilocea oleagina)
L'occhio di pavone causa dei danni soprattutto su foglie, ma anche su peduncoli, contribuendo, insieme ad altri patogeni e fisiopatie alla perdita di frutticini appena allegati.
Si rilevano molte foglie infette e anche casi di defogliazione rilevante in alcune varietà più sensibili tra cui dritta.
Lebbra o antracnosi (Collecotrichum gloeosporioides)
La lebbra, negli ultimi anni si sta sempre più manifestando. Quando la osserviamo sulle drupe è tardi per intervenire e si va incontro a perdite di prodotto e, potremmo dire soprattutto, a scadimento qualitativo.
Ilesino e fleotribo.
E' consigliabile lasciare dei fascetti esca nell'oliveto dove andranno a depositare le uova insetti xilofagi tra i quali si ricordano Questi fascetti andranno rimossi dall'oliveto prima della fine di maggio, ma quest'anno anticipiamo la rimozione.
PESCO
Fase fenologica: ingrossamento frutti.
DIFESA
Durante l'ingrossamento dei frutti monitorare e prevenire è l'oidio. Tra gli insetti monitorare la presenza di afidi e Cidia e Anarsia.
Oidio (Sphaeroteca pannosa)
Le condizioni climatiche della settimana in corso e quelle previste sembrano essere molto favorevoli al suo sviluppo.
Temperature favorevoli (19-22°C) e umidità bassa (< 65-70%) sono fattori climatici predisponenti. essendo un fungo ectofita viene sfavorito da piogge dilavanti, e anche da temperature elevate (maggiori di 28-30°C)
Maggiore suscettibilità nelle prime fasi e fino a indurimento nocciolo per le pesche, in tutte le fasi fino a maturiità per le nettarine. Alcune cultivar di pesche (Springcrest e Suncrest) e di nettarine (Early sungrand) risultano più suscettibili.
Interventi agronomici
- impianto di varietà meno suscettibili;
- contenere la vigoria evitando eccessi di azoto e limitando le irrigazioni
- mantenere la chioma aerata con le potature;
- mantenere il suolo inerbito e sfalciato;
- effettuare il diradamento per asportare i frutticini colpiti;
Difesa chimica
Su cultivar suscettibili ed areali ad alto rischio (zone collinari in prevalenza) si interviene preventivamente da fine fioritura-scamiciatura fino a indurimento nòcciolo.
In altri casi si può monitorare l'oidio e intervenire solo se c'è la comparsa. In genere con 1-10 germogli infetti rilevati in campo monitorando 10 germogli terminali per pianta, si può prefigurare un attacco di oidio moderato, mentre con più di 10 germogli infetti l'attacco può essere più consistente.
Afide verde (Myzus persicae)
Afide farinoso (Hyalopterus amigdali)
Si rileva ancora la presenza di afidi sulla coltura
Cidia
Si segnala qualche caratteristico danno sulle cime fogliari, dovuta all'attacco del lepidottero, anche se le catture rilevate nella trappola sono basse.
CILIEGIO
Fase fenologica: fioritura e scamiciatura
Problematiche fitosanitarie da controllare : monilia e afidi.
Monilia (Monilia laxa, Monilia fructigena):.interventi preventivi a inizio fioritura (20%) e fine fioritura (80%). I giorni piovosi e l'umidità consigliano di effettuare l'intervento.
Afide nero (Myzus cerasi) : monitorare
ORTIVE
I freddi e le piogge stanno ritardando la piantagione degli ortaggi estivi
FITOSANITARIO
Tabelle prodotti usi eccezionali che non richiedono deroga
Cavalletta dei Prati (Calliptamus Italicum)
Obiettivo del presente articolo: informazione e mappatura delle zone di rischio, al fine di informare gli agricoltori delle misure per contrastare l’insetto.
Introduzione e biologia
Negli ultimi periodi, sono state segnalate consistenti infestazioni di cavallette delle specie Calliptamus Italicus, comunemente nota come cavalletta dei prati o locusta dalle ali rosa. È un insetto ortottero del bacino del mediterraneo. È diffuso nel nord Africa, in Spagna, in Italia e in molte parti del continente asiatico.
Gli adulti sono di colore grigio o brunastro e presentano un accentuato dimorfismo sessuale; il maschio raggiunge una lunghezza di 13-25 mm e la femmina, più grande, di 21-35 mm.
Le neanidi (esemplari giovani), biancastre appena nate, diventano scure in poco tempo e attraverso più mute raggiungono lo stadio di adulto in 40-50 giorni. La cavalletta compie una generazione all’anno. Le forme giovanili nascono dalla seconda metà di maggio alla fine di luglio, in modo scalare in funzione delle caratteristiche climatiche del luogo in cui sono state deposte le uova.
I primi adulti compaiono in luglio e si spostano in volo per distanze brevi. Dopo l’accoppiamento le femmine ovidepongono in agosto in aree circoscritte (cosiddette "grillare"), prevalentemente in terreni compatti, esposti a sud, dotati di pendenza che li rende meno soggetti a fenomeni di ristagno idrico.
Le uova vengono deposte dalle femmine a 2-3 cm di profondità nelle crepe del terreno, in numero variabile da 25 a 55 all'interno di una ooteca.
Condizioni favorevoli al loro sviluppo
Inverni con temperature miti e scarsa piovosità permettono la sopravvivenza delle uova e conseguentemente la nascita in primavera di molti individui.
L'insorgere dell’infestazione delle cavallette è legata a condizioni ambientali e climatiche che favoriscono lo sviluppo dell'insetto. L'abbandono delle zone collinari e montane con conseguente aumento di aree incolte, degradate e scarsamente lavorate fa sì che si crei un habitat ideale per la riproduzione delle cavallette.
La scarsa piovosità e umidità agisce inoltre negativamente nei confronti dei principali nemici naturali di Calliptamus Italicus, fra i quali il fungo Entomophaga grylli.
Danni
Sono insetti polifagi, quando l’infestazione è caratterizzata da tanti individui, gli adulti possono provocare danni alle colture, oltre che alle piante spontanee, in particolare a leguminose foraggere, e orticole. Nelle aree di pullulazione gli insetti, anche se del tutto innocui per le persone, possono provocare considerevoli danni a causa della loro voracità alle colture agrarie quali medicai, prati, orticole, ecc. Il danno è direttamente proporzionale al livello di infestazione e generalmente si determina a carico delle coltivazioni di erba medica, in quanto diffuse nelle aree collinari e alimento preferito dalle forme giovanili dell’insetto in rapido accrescimento.
Sono stati segnalati attacchi a colture orticole solanacee, sedano, brassicacee e mais.
Difesa
Per limitare i danni alle colture ed i disagi alle persone è molto importante l’individuazione tempestiva delle “grillare”, da cui, in primavera, hanno origine le infestazioni.
In queste zone vanno concentrati gli interventi di lotta (compresa quella chimica), che per essere efficaci, devono essere effettuati precocemente prima della dispersione delle cavallette adulte, contro le forme giovanili (neanidi). È possibile utilizzare insetticidi appositamente autorizzati dal ministero della salute contro Calliptamus Italicum nei medicai. Ad esempio nel 2023 per contenimento delle cavallette è stato possibile impiegare un insetticida biologico LASER a base di Spinosad che ha ottenuto una autorizzazione eccezionale di 120 giorni (dal 23 febbraio 2023 al 22 giugno 2023). Per la prossima primavera sarà importante fare attenzione a quale insetticida sarà possibile usare nei medicai contro questa avversità.
Va precisato che LASER è un insetticida biologico, ma potrebbe comunque avere effetti negativi sulle api e sulle popolazioni degli impollinatori, per cui va impiegato soltanto quando la medica non è in fioritura.
Nelle aziende convenzionali, in alternativa a Laser, il trattamento potrebbe essere eseguito anche con formulati a base di Deltametrina registrati per questo impiego osservando le stesse cautele nei confronti di api e pronubi.
Entrambi i prodotti sono destinati ad un uso professionale e necessitano del patentino fitosanitario per l’acquisto e l’uso, che rimane sotto la responsabilità dell’operatore.
Il trattamento insetticida va effettuato o direttamente sulle giovani cavallette nella loro fase gregaria, o sui bordi dei medicai da difendere. In questo caso non è necessario trattare l’intero appezzamento ma è sufficiente trattare il bordo del medicaio sul fronte dell’infestazione per una trentina di metri circa.
Per questo è molto importante in questa fase prevenire eventuali futuri attacchi, andando a mappare le zone infestate quest’anno e sulle quali bisognerà intervenire nella prossima primavera.
Anche le lavorazioni del terreno, primaverili, possono comportare la distruzione di gran parte delle ooteche contribuendo così a diminuire sensibilmente il numero di insetti.
Figura 1 fonte EPPO Global Database