AGROMETEO
Dati meteo in tempo reale (Nome utente: RegioneAbruzzo Password: abruzzo)
Bollettini Agrometeo (i dati climatici della settimana precedente)
Il periodo da martedì 8 luglio 2025 a lunedì 14 luglio 2025 si è caratterizzato per valori termici inferiori alla settimana scorsa, in concomitanza di eventi piovosi di limitata entità. Le precipitazioni si sono verificate soprattutto nella giornata del 12 luglio.
L'indice di Winkler è un indice bioclimatico che, seppure con alcuni limiti, ha un riferimento diretto con la fenologia delle piante. Dalla tabella di confronto si nota che rispetto allo storico tutte le annate in esame sono più calde. Se ci si confronta con l'anno appena trascorso, il 2024, questo anno l'indice è quasi sempre inferiore, tranne che nel teramano. In effetti si può presumere allo stato attuale una vendemmia leggermente ritardata rispetto all'annata scorsa, tenendo conto che le viti hanno beneficiato, almeno dfino ad ora, di un più adeguato apporto idrico e, di conseguenza, di uno sviluppo vegetativo più equilibrato.

In questa tabella si mettono a confronto gli indici Winkler raggiunti al 14 luglio nelle diverse stazioni climatiche.

AGROFENOLOGIA
Fase fenologica:
In questa settimana si è notato un leggero avanzamento fenologico; le temperature più fresche e la leggera pioggia caduta hanno comportato un beneficio dal punto di vista dello stato fisiologico.
Nella collina litoranea e media:
I vitigni precoci (Chardonnay e altri) sono in fase avanzata a inizio invaiatura (BBCH 81), ma la fase più rappresentativa è chiusura grappolo (BBCH 79).
I vitigni medio-precoci (Pecorino e altri) sono in fase avanzata a chiusura grappolo (BBCH 79).
I vitigni medio-tardivi (Montepulciano e altri) si trovano nella fase più rappresentativa in fase di pre-chiusura (BBCH 77), solo in qualche caso a chiusura grappolo (BBCH 79)
Nella valle Peligna, la situazione mostra un ritardo fenologico, come sempre, valutabile da una a due settimane.
TECNICA AGRONOMICA
In queste annate in cui tra gli effetti del cambiamento climatico ci sono temperature elevate e insolazioni prolungate, si raccomanda di defogliare al minimo, per mantenere i grappoli protetti dall'insolazione diretta, permettendo al contempo di renderli raggiungibili dai trattamenti fitosanitari e di essere arieggiati.
La cimatura è una tecnica di potatura verde che, a seconda dei momenti di esecuzione, può avere, oltre agli effetti di contenimento della vegetazione, diverse finalità. Eseguita a meno di un mese dalla invaiatura, può ritardare la maturazione: cimando si eliminano le foglie più giovani e attive per cui la fotosintesi è minore. Il tutto comporta un ritardo di invaiatura e successivamente un ritardo nell'accumulo degli zuccheri e nel calo degli acidi. Può servire perciò per cercare di riallineare la maturazione industriale con la maturazione fenolica, in annate calde in cui la prima viene molto anticipata, o anche per avere uve meno zuccherine e più acide. Sta al viticoltore, in base alla sua esperienza e al suo obiettivo di vendemmia, decidere se e quando eseguirla.
DIFESA
Monitoraggio: catture di lobesia quasi ovunque a zero; la cryptoblabes invece, non ovunque, cattura generalmente di più e a volte anche in maniera elevata (per dati dettagliati vedi VISUALIZZA MONITORAGGIO SU APP). L'infestazione di seconda generazione è stata contenuta: si notano solo sporadicamente acini colpiti, peraltro in fase di disseccamento, grazie alle temperature elevate.
Mal dell'esca e marciume nero: in questo periodo si notano diverse viti colpite da mal dell'esca e, un po' meno diffusamente, infezioni da marciume nero (black rot). E' importante individuare queste piante con dei segnali e adottare buone norme nell'immediatezza o, più spesso, a caduta foglie.
N.B. Per le schede di difesa cliccare sul link DPI Difesa 2025
Peronospora
Siamo sicuramente in una fase di basso rischio.
Caratteristiche dei principi attivi antiperonosporici
Lo sviluppo delle infezioni peronosporiche
Oidio
Dove l'oidio si è manifestato, spesso, anche se in maniera ridotta, continua a sporulare. Le infezioni, sia pure abbastanza diffuse, sono di bassa o lieve intensità.
Mantenere ancora attenzione e continuare a trattare sopratutto dove l'infezione è ancora presente, in fase attiva o bloccata.
Riportiamo uno stralcio di quanto è scritto nell'approfondimento linkabile "Lo sviluppo delle infezioni oidiche", in modo che ognuno possa valutare correttamente ai fini della propria strategia di difesa.
Sinteticamente per quanto rilevato finora a livello climatico: il fungo è stato fortemente penalizzato quando si sono verificate forti piogge. Nelle aree a alto rischio e dove c'erano state infezioni oidiche nell'anno precedente, abbiamo consigliato già di intervenire nelle prime fasi di sviluppo del germoglio. In questo momento le condizioni climatiche tornano ad essere favorevoli, se le temperature non superano i 30°C, ad eccezione delle giornate molto soleggiate che lo limitano.
Lo sviluppo delle infezioni oidiche
Caratteristiche dei principi attivi antioidici
Marciume nero (Black rot)
Le infezioni di black rot su grappolo sono pericolose dalla fioritura per un periodo da 3 a 6 settimane, con rischio decrescente dopo le prime tre settimane. In alcuni vigneti, sporadicamente, si notano foglie e grappoli con la sintomatologia infettiva tipica del fungo. Le foglie presentano numerosi macchie necrotiche, mentre gli acini dei grappoli disseccano. Siccome i disseccamenti sono simili a peronospora larvata, ci si potrebbe confondere. dal punto di vista della difesa attiva per quest'anno i giochi sono fatti; nella magigor parte dei casi per contrastare questa patologia si utilizzano gli stessi prodotti idonei per contrastare la peronospora o l'oidio.
Una cosa molto utile da fare, come buona norma di profilassi consiste nell'asportare i grappoli dal vigneto per limitare la diffusione successiva del fungo ad opera dei picnicdi, corpi fruttiferi di svernamento, che si formano, oltre che sulle macchie delle foglie, anche sugli acini. Segnare poi le piante, in modo da ricordarsi, al momento opportuno, di allontanare i tralci potati dal vigneto.
Mal dell'esca
Sui vigneti si notano parecchie vite colpite da questo complesso di funghi del legno che viene definito mal dell'esca. La buona norma da adottare consiste nel segnare le piante in questo momento in cui la sintomatologia è visibile; questo ci consentirà di individuarle anche dopo la caduta delle foglie e di potarle separatamente dalle altre, eventualmente trattarle specificamente con i principi attivi ammessi, e di allontanare i tralci infetti dal vigneto.
Botrite
Al momento solo sporadiche segnalazioni su vitigni precoci a grappolo compatto.
Tignoletta della vite (Lobesia botrana)
L'infestazione della seconda generazione è stata minima: dal monitoraggio solo pochi acini risultano bucati e per lo più disseccati grazie all'insolazione e alle temperature elevate.
Ad eccezione del teramano nord, dove c'è una segnalazione di elevate catture (abbastanza anomala), negli altri casi catture ancora a zero o basse, presumibile coda della seconda generazione. I dati puntuali dei rilievi sono consultabili su "VISUALIZZA MONITORAGGIO della nostra app".
In questa settimana, tranne casi eccezionali, la difesa è sospesa.
Per la difesa si possono utilizzare i prodotti in tabella anche in base alla loro modalità di azione. Linee di difesa integrata e biologica da tignoletta della vite
Il posizionamento degli ovo-larvicidi va in genere a uovo testa nera, poco prima della schiusura, quello dei larvicidi (tra cui il Bacillus thuringiensis e lo Spinosad) qualche giorno dopo.
Tignola rigata (Cryptoblabes gnidiella)
Catture a spot, in alcuni casi elevate. La presenza della tignola rigata risulta meno prevedibile e delineabile rispetto alla lobesia botrana, sia perchè compare in alcuni vigneti e non su interi comprensori sia perchè le catture non hanno un inizio e un termine che facciano delineare le diverse generazioni, piuttosto c'è un accavallamento tra le stesse e le catture possono essere anche continuative. Il consiglio, pertanto, non può essere generalizzato ma, è rivolto a coloro che hanno trappole di monitoraggio con catture elevate; negli altri casi, pur consapevoli della differenza di sviluppo, si può sperare di contenerla, almeno in parte, grazie ai trattamenti rivolti alla lobesia. Un altro grande problema che si presenta nella lotta a questo lepidottero è che lo stesso ovidepone all'interno del grappolo e le ovideposizioni e le larve, pertanto, oltre a non essere facilmente monitorabili, non sono facilmente raggiungibili dal prodotto fitosanitario, ancor meno dopo che il grappolo si chiude.
Eriofidi (acariosi e erinosi), Cocciniglie, Tripidi, Fillossera
Segnalata ancora presenza di fillossera e erinosi, quest'ultima sopratutto su montepuilciano.
Segnalazioni di foglie con le classiche punteggiature da tripidi, soprattutto su montepulciano.
DIFESA BIOLOGICA
Monitoraggio: nei vigneti in biologico che sono nella rete di monitoraggio la situazione al momento non mostra problemi differenti da quelli descritti per i vigneti in integrato.
Tignoletta della vite (Lobesia botrana)
Fine della seconda generazione, vista la bassa infestazione non si consiglia un secondo intervento di Bacillus thuringiensis.
Prodotti fitosanitari nella difesa in biologico
Ci sono prodotti fitosanitari, corroboranti e sostanze di base, che possono aiutare in questo tipo di difesa.
Di seguito riportiamo una tabella dove abbiamo estrapolato i prodotti fitosanitari idonei alla difesa in biologico inseriti nel DPI Difesa Abruzzo 2025.
Si raccomanda in ogni caso di verificare la possibilità di utilizzo contro le varie avversità anche sulla base di quanto riportato in etichetta nei vari prodotti commerciali.
DPI DIFESA ABRUZZO 2025 (ESTRATTO PRODOTTI BIOLOGICI)
Peronospora
Limitare l'utilizzo del rame al minimo, o escluderlo del tutto, utilizzando prodotti alternativi.
Contenere l'utilizzo del rame
Uno dei prodotti indispensabili nella difesa biologica del vigneto è il rame. Questo elemento è, come sappiamo, un prodotto inserito tra quelli candidati alla sostituzione, in quanto il suo utilizzo provoca fenomeni di biotossicità nel terreno.
Essendo ritenuto, al momento, non sostituibile, è stato concesso il suo utilizzo in deroga limitatatmente a 4 kg di rame metallo per ettaro (o meglio, 28 kg in 7 anni).
In quest'ottica, soprattutto per il fatto di essere biotossico, è buona norma contenerne al massimo l'impiego. Questo può essere fatto attraverso diverse strategie:
- Seguire l'andamento climatico impiegandolo, quando necessario, nel momento giusto e nelle dosi giuste (le etichette di norma riportano un impiego minimo e uno massimo) in quanto ci sono momenti della stagione in cui le infezioni sono meno probabili e si può risparmiare sui quantitativi, o allungare i giorni tra un trattamento e l'altro.
- Utilizzare i formulati giusti, privilegiando, naturalmente non sempre e comunque, quelli che nel dosaggio impiegano minori quantitativi di rame metallo.
- Utilizzare in abbinamento al rame scelti sia tra i prodotti fitosanitari che tra i corroboranti, in modo che anche a basse dosi di rame si raggiungano risultati di una efficacia più o meno equivalente a quelli raggiunti utilizzando il rame a dose piena (ci sono diverse prove dimostrative a supporto).
Caratteristiche dei sali rameici per un corretto utilizzo
Oidio
Nel caso dove si notano focolai attivi si deve ancora intervenire con zolfo.
In altri casi si possono eventualmente impiegare prodotti alternativi.
Nel suo impiego non ci sono limiti massimi legali oltre quelli di etichetta, ma è sempre bene farne un uso appropriato e contenerne i consumi.
Oltretutto un suo apporto esagerato, soprattutto dopo che si è formato il grappolo e ci si avvicina alla vendemmia, può dare anche problemi enologici.
Nella difesa antioidica ci sono prodotti alternativi.
Prodotti fitosanitari alternativi allo zolfo
Botrite
Al momento solo sporadicamente e nelle varietà precoci si rileva qualche piccola infezione. Nei trattamenti si può prevedere l'impiego di zeolite per la sua azione di asciugatura.
Link utili per approfondimenti
Ad oggi ci sono scarsi contributi scientifici e sperimentali nella difesa in biologico.
Uno degli obiettivi che ci si pone nella difesa in biologico è quello di utilizzare quantitativi ridotti di rame, mantenendo comunque una buona efficienza
Bassi dosaggi di rame per il controllo della peronospora